Era il maggio del 2002 – quando non esisteva ancora whatsapp – l’epoca delle lunghe telefonate al fisso, degli squilli al telefonino, degli SMS e della “summer card” di omnitel. I protagonisti di questa canzone spendono in una sola estate 800€ di telefono solo per chiamarsi e scriversi. La canzone fotografa l’istante in un presente […]
Era il maggio del 2002 – quando non esisteva ancora whatsapp – l’epoca delle lunghe telefonate al fisso, degli squilli al telefonino, degli SMS e della “summer card” di omnitel.
I protagonisti di questa canzone spendono in una sola estate 800€ di telefono solo per chiamarsi e scriversi.
La canzone fotografa l’istante in un presente di tanti anni dopo, in cui entrambi hanno a che fare con altre faccende, lei ha il lavoro che desiderava, dei figli e una famiglia, lui è sereno e ricorda a mala pena lei e quell’estate. Il loro mondo è profondamente cambiato e nel finale della canzone si rivela una profonda amarezza per alcune cose irrimediabilmente perdute.
Ora che ti alzi sempre presto,
ed hai il lavoro che volevi tu,
ti resta appena un attimo per dirgli,
il pranzo sai, te lo riscaldi tu.
Sei soddisfatta e il mondo ti appartiene,
che importa se non hai la gioventù,
c’è chi ti attende a notte per dormire,
e si addormenta davanti alla Tv.
E paghi tutti i conti a fine mese,
e vivi sogni e nulla più,
non sei più tu…non sei più tu…
Sono svanito anch’io dalla tua lista,
insieme alle giornate in cui ti amai,
ricordi quei momenti come a un vizio,
che ci costò bollette, pianti e guai.
Ma tu per me sei sempre folle e ardente,
e non assomigli a quella che oggi sei,
nella tua mente c’è solo il mio nome,
e a notte resti sveglia e pensi a me.
E non hai mai lasciato quella casa,
mi aspetti ancora e lui non sa di noi,
e i nostri padri stanno ancora bene,
e la bolletta è in cima ai nostri guai.