Gioco a informazione completa e riduttore di complessità

Luglio 7, 2019

Ipotizziamo di incontrare due persone che stanno giocando una partita a scacchi ed iniziare a osservarle. Senza conoscere le regole del gioco (ipotizzando che ne esistano) dopo un po’ di tempo potremmo iniziare a notare dei comportamenti ricorrenti. Dopo qualche ora di attenta osservazione, probabilmente anche noi avremmo una idea delle regole che muovo il […]

Ipotizziamo di incontrare due persone che stanno giocando una partita a scacchi ed iniziare a osservarle. Senza conoscere le regole del gioco (ipotizzando che ne esistano) dopo un po’ di tempo potremmo iniziare a notare dei comportamenti ricorrenti. Dopo qualche ora di attenta osservazione, probabilmente anche noi avremmo una idea delle regole che muovo il gioco e saremmo in grado di giocare una partita a scacchi.

La cosa ancora più sorprendente è che se prendessimo il posto di un giocatore, all’interno di una qualsiasi partita già iniziata, non servirebbe niente altro che la scacchiera per continuare a giocare in quanto tutto il necessario per andare avanti si troverebbe sul tavolo di gioco.

Si dice infatti che il gioco degli scacchi è un gioco ad informazione completa, ovvero tutto ciò che serve per continuare una partita si trova nel presente (qui e ora) e non servono ulteriori informazioni per mandare avanti il gioco.

Occorre capire che un intervento formativo od una comunissima istanza comunicativa rappresentano un gioco ad informazione completa, tutto quello che ci serve per dare vita all’evento comunicativo si trova davanti a noi e non servono altre informazioni per portarlo a compimento.

Ovviamente per dare vita a di questo gioco di ruoli fra docente e allievi è necessario presumere che :

  • Esistano delle regole ( ovvero dei comportamenti / pattern ricorrenti )
  • Si riescano a creare le premesse per poter osservare e capire tali regole
  • Esista un preciso obiettivo formativo condiviso con la classe
  • Non si guardi al passato
  • Non si cerchi di attribuire un significato intra-psichico di alcuni comportamenti

Volendo esemplificare il concetto potremmo paragonare un intervento formativo ad un navigatore satellitare simile a quelli presenti nelle nostre vetture. Una volta definito il punto d’arrivo (obiettivo) al navigatore interessa soltanto il luogo nel quale ci troviamo (presente) e la strada più breve per farci arrivare a destinazione.

Se accidentalmente ci trovassimo a sbagliare strada, al navigatore non interesserebbe minimamente scoprirne le cause o fare una analisi intra-psichica sulle ragioni che ci hanno spinto a commettere un errore. Il navigatore non è orientato al problema ma alla soluzione.

Inoltre va considerato il fatto che ogni volta che commettiamo un errore il sistema ricalcola il tragitto e cancella la strada già percorsa in quanto per i suoi scopi non è funzionale conoscere cosa ci ha portato sino a quel punto, tutto ciò che serve si trova nel presente, nel qui e ora.

Se un navigatore dovesse memorizzare tutti i percorsi fatti ed analizzare le ragioni di alcuni nostri errori sarebbe necessario un sistema molto più complesso, più lento e dotato di una maggiore potenza di calcolo e tutto questo non gioverebbe minimamente al sistema.

La stessa cosa vale per un formatore, una volta stabilito un obiettivo condiviso, lo scopo è quello di guidare la classe rendendo ogni elemento consapevole del percorso ed orientando l’attenzione degli alunni sul risultato e non sulle ragioni di comportamenti disfunzionali. Questo riduce drasticamente le informazioni da dover gestire ed elaborare rendendo più semplice ed agevole l’attività del formatore.

Tornando al concetto di “gioco a informazione completa” in ambito relazionale perciò è fondamentale presumere che esistano degli schemi ricorrenti che muovono il gioco all’interno di tre sistemi emergenti (individuo, gruppo e docente) – per questo motivo risulta di fondamentale importanza trovare un riduttore di complessità, ovvero un sistema che permetta di semplificare il più possibile le regole del gioco. Nel problem solving strategico infatti, più semplice è l’algoritmo risolutivo di un problema minore sarà la difficoltà per affrontarlo.

Un riduttore di varietà rappresenta una strategia per ottenere facilmente un risultato approssimativo ma che punti verso la direzione dell’obiettivo stesso.

Tutti i giorni inconsapevolmente utilizziamo dei riduttori di complessità quando facciamo le scale o quando impostiamo il termostato di casa a una determinata temperatura. Il termostato di casa infatti non è consapevole della complessità della situazione atmosferica, non tiene in memoria le istanze passate ma compie delle azioni semplicissime ovvero si accende quando la temperatura scende sotto 2 gradi da quella impostata e si spegne quando la temperatura sale oltre i 2 gradi dalla temperatura impostata. In questo modo la temperatura media delle stanza sarà molto vicina a quella sperata senza dover tenere in considerazione troppi fattori che probabilmente renderebbero più esatto il termostato ma più complesso il sistema.

Ipotizziamo che un ragazzo si senta a disagio ad uscire interrogato perché è convinto di non essere in grado di esprimersi correttamente. Si potrebbe decidere di coinvolgerlo in un gioco nel quale gli si chiede di sedersi al posto dell’insegnante e di segnalare tutte le volte in cui un compagno pronuncia una determinata parola (tipo ovvero, cioè, forse ecc…)

Alla fine sulla base del numero delle segnalazioni il voto del ragazzo interrogato verrà abbassato di 0,25 punti. Alla fine della interrogazione si chiede di fare il contrario. Nella maggior parte dei casi il ragazzo si presterà a essere interrogato e la sua ansia verrà deviata dalla situazione di disagio verso il tentativo di evitare la parola nella interrogazione.

Questo è uno dei tanti esempi nel quale è possibile utilizzare un riduttore di varietà ed evincere un possibile schema di gioco che potrebbe essere ripetuto con quella persona in modi differenti. In questo esempio infatti abbiamo ottenuto il risultato sperato aggirando il problema attraverso un intervento nel presente che non analizzi le cause o le ragioni che spingono lo studente a provare ansia per l’interrogazione.

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    Esperto di comunicazione interdisciplinare.

    Consulente con oltre 20 anni di esperienza in ambiti manageriali, comportamentali e di vendita. Digital Marketing Strategist nell’ambito della ideazione, coordinamento e realizzazione di progetti di Marketing Digitale.