La scuola e la contestazione – Pasolini

Marzo 27, 2018

Non comprendo bene questo lottare degli studenti per avere il diritto all’assemblea dentro la scuola. Perché dentro? Perché non tengono le loro assemblee nelle piazze, nei giardini, nelle soffitte? Perché pretendere e ottenere dai “superiori”questa libertà? E attuarla nelle sedi che non sono certamente, per loro natura, luoghi di libertà? Io so questo: che chi […]

Non comprendo bene questo lottare degli studenti per avere il diritto all’assemblea dentro la scuola. Perché dentro?

Perché non tengono le loro assemblee nelle piazze, nei giardini, nelle soffitte? Perché pretendere e ottenere dai “superiori”questa libertà? E attuarla nelle sedi che non sono certamente, per loro natura, luoghi di libertà? Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene. Penso, perciò, che gli studenti dovrebbero lottare non per pretendere dall’autorità attuazioni di diritti: o perlomeno, non solo per questo. Ma per pretendere, da se stessi, di essere la parte più importante e reale dell’opinione pubblica.

Quel piccolo gruppo di idee deprimenti e avvilenti che un giovane rivoluzionario ha in testa come meta della rivoluzione comprende naturalmente anche un’idea della scuola come servizio pubblico.

C’è una grande disperazione dentro quella testa. La paura di perdere la presenza con la sistemazione, l’ansia piccolo borghese per il domani, la fobia per la miseria e l’insuccesso, è una specie di piccola e intensa malattia mentale tenuta nascosta, taciuta. Ma dev’essere ben grave se è essa che presta l’immagine del domani migliore, un domani in cui tutti avranno la casa assicurata con gli annessi beni di consumo e il denaro per acquistarli, in cui tutti andranno a scuola per impadronirsi della dovuta cultura, etc. etc. […].

Guardi le foto degli studenti che sono i leaders pubblici del movimento. Hanno le facce antipatiche dei loro padri borghesi o se sono simpatici lo sono al modo in cui lo erano i loro padri idealisti. Sono venuti a rifare il mondo. E manifestando se ne dichiarano all’altezza.

La forza è nella virilità, come una volta ma la gentilezza è perduta. Tutto ciò che non si può significar per parole non è che pura e semplice forza ma quanta innocenza nel non sapere questo, quanto bisogna essere giovani per crederlo. La realtà è che un ragazzo sceso qui dal nulla è del tutto nuovo, lui fa subito in modo di difendersi contro la vera libertà e soprattutto è un ragazzo che conosce e accetta i doveri ed egli manifesta la forza della sua accettazione, meravigliosa adulazione del mondo, rinasce sempre attraverso l’obbedienza alla grazia e, può darsi, obbedire ai doveri della rivoluzione manifestando. Semplicità e gioventù, forme della natura, è in voi che la libertà è rinnegata attraverso una serie infinita di doveri, puliti, innocenti doveri a cui manifestando si grida, con aria minacciosa, obbedienza, che i semplici e i giovani sono forti e non sanno ancora di non poter tollerare la libertà.

– Pier Paolo Pasolini

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    Consulente con oltre 20 anni di esperienza in ambiti manageriali, comportamentali e di vendita. Digital Marketing Strategist nell’ambito della ideazione, coordinamento e realizzazione di progetti di Marketing Digitale.