Malinconia

Dicembre 3, 2019

All’inizio del 1900 c’è stato un movimento letterario chiamato “crepuscolarismo” che cantava in modo prosastico gli interni domestici della giovinezza, gli scialbi amori provinciali e la nostalgia per le cose andate. Questo brano ricalca volutamente temi, metrica e ambientazioni del periodo crepuscolare. Un lato “Z” di un album il cui significato viene svelato solo nelle […]

All’inizio del 1900 c’è stato un movimento letterario chiamato “crepuscolarismo” che cantava in modo prosastico gli interni domestici della giovinezza, gli scialbi amori provinciali e la nostalgia per le cose andate.

Questo brano ricalca volutamente temi, metrica e ambientazioni del periodo crepuscolare.

Un lato “Z” di un album il cui significato viene svelato solo nelle ultime strofe…

Non ho malinconia di te o della tua casa,
dei mobili, il parquet la vecchia tua cucina.
La sala i tristi quadri, tuo padre che dormiva,
nei pomeriggi in cui, il cuore tuo mi amava.

Dal tuo terrazzo allora, vedevo tutto il mondo,
racchiuso in qualche strada, d’un centro disadorno.

Così mi ricordo quelle stanze in cui,
nei sogni miei, per anni tornai.

Due sedie ed uno sdraio, in cui prendevi il sole,
l’effige in cui un poeta, citava il tuo cognome.
Di quei mattini in cui, splendeva sempre il sole,
dimmi cos’è rimasto, intatto nel tuo cuore.

Il tavolo di vetro, le stoviglie e poi,
la panca del nonno, le foto dei tuoi.

E’ tutto dentro me, la tua poltrona a fiori,
i quadri alle pareti, il letto i davanzali,
ma non ricordo più ciò che io avrei giurato,
di non scordare mai, e ho già dimenticato.

Il viso tuo, la voce, i bei capelli e poi,
il corpo che un tempo baciai.

Daniele de Marchi

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    Esperto di comunicazione interdisciplinare.

    Consulente con oltre 20 anni di esperienza in ambiti manageriali, comportamentali e di vendita. Digital Marketing Strategist nell’ambito della ideazione, coordinamento e realizzazione di progetti di Marketing Digitale.