Rimedi psicologici – di chi ci si può fidare

Marzo 23, 2018

La società del nostro tempo si trova a fare i conti ogni giorno con un ritmo di vita frenetico e incalzante, nel quale scadenze, impegni e necessità si uniscono ad una eccesso di stimoli ed informazioni. Tutto questo sta generando un aumento di disagi e disturbi causati da ritmi troppo frenetici di un’epoca che non […]

La società del nostro tempo si trova a fare i conti ogni giorno con un ritmo di vita frenetico e incalzante, nel quale scadenze, impegni e necessità si uniscono ad una eccesso di stimoli ed informazioni.

Tutto questo sta generando un aumento di disagi e disturbi causati da ritmi troppo frenetici di un’epoca che non lascia spazio per coltivare la propria spiritualità. Sull’onda della moda si stanno affermando tante tecniche per migliorare il proprio benessere psico-fisico, alcune trovano vita all’interno di discipline di carattere new-age, altre fanno ricorso a espedienti di stampo meta-fisico recuperando concetti vecchi e nuovi. Fare luce su questa sconfinata moltitudine di discipline, molte delle quali prive di fondamento scientifico, con l’intento di verificarne l’efficacia, risulta pressoché impossibile, vista l’aleatorietà dei fenomeni e l’assoluta diversità fra i rimedi proposti.

Allora per quale motivo, alcune persone traggono beneficio da questo tipo di discipline? A quali rimedi occorre riporre il proprio credo ?

Per rispondere a questa domanda occorre fare alcune premesse generali :

Non esistono fatti ma solo interpretazioni, questo significa che non esiste una realtà oggettiva bensì tutto quello che viviamo viene condizionato dal nostro sistema di convinzioni e dai significati emotivi che attribuiamo a ciò che ci circonda.

Ne consegue che educare la mente a recepire uno stimolo isolandolo da qualsiasi tipo di giudizio ci porta a recepire una sensazione in quanto tale. Discipline autorevoli come la meditazione, il training autogeno, la mindfulness inducono il cervello a funzionare in maniera performante in quanto portano la mente a focalizzare l’attenzione verso una precisa idea od un preciso stimolo sensoriale, sviluppando una maggiore attività di quell’area del cervello che per semplicità viene chiamata emisfero destro.

Gli studi condotti dall’ MRI di Palo Alto hanno dimostrato che gran parte delle terapie brevi hanno successo nell’istante in cui il terapeuta riesce a modificare la strategia tentata od il significato che una persona attribuisce ad un particolare avvenimento. Banalizzando, dal momento che non esiste una realtà oggettiva, ogni cosa è finzione, perciò il ruolo del terapeuta è quello di sostituire una bugia che funziona male con un’altra bugia in grado di funzionare meglio.

Da questo assioma nasce la frase:  Cambia il modo di vedere le cose e vedrai le cose cambiare.

Alla luce di tutto questo ne consegue che alcune discipline funzionano non tanto per la validità del trattamento, bensì per il fatto che l’aspettativa generata attorno alla risoluzione del disturbo, in alcuni casi fortuiti, porta la persona a modificare il proprio approccio nei confronti del problema, generando nuovi comportamenti che determinano pensieri inediti in grado di modificare lo stato emotivo della persona.

Nel contempo l’aspetto preoccupante delle troppe tecniche che si stanno affermando in questi anni, riguarda tutte le persone che affidandosi a discipline para-psicologiche proposte da operatori improvvisati, non solo si trovano a non risolvere il problema, bensì lo rendono ancora più stabile, in quanto ad amplificare un problema il più delle volte è un rimedio sbagliato.

    Comments are closed

    Esperto di comunicazione interdisciplinare.

    Consulente con oltre 20 anni di esperienza in ambiti manageriali, comportamentali e di vendita. Digital Marketing Strategist nell’ambito della ideazione, coordinamento e realizzazione di progetti di Marketing Digitale.