L’immagine di una ragazza bionda che scende le scale in uno degli ultimi giorni di un amore. Una immagine che porta via con se migliaia di altre immagini. Momenti impossibili da raccontare, racchiusi soltanto nella memoria dei due protagonisti di una banale vicenda d’amore. Sarebbe bellissimo poter fermare i ricordi, registrarli e poterli rievocare intatti […]
L’immagine di una ragazza bionda che scende le scale in uno degli ultimi giorni di un amore. Una immagine che porta via con se migliaia di altre immagini. Momenti impossibili da raccontare, racchiusi soltanto nella memoria dei due protagonisti di una banale vicenda d’amore.
Sarebbe bellissimo poter fermare i ricordi, registrarli e poterli rievocare intatti – senza che il tempo li alteri, li deformi e ne scolorisca l’intensità.
Come posso accettare adesso il fatto
che tu non tornerai mai più,
che incuranti ora passeranno i giorni,
e sommandosi diventeranno anni.
Cosa dirò alle genti che verranno,
che non hanno mai veduto il tuo sorriso
in quei timidi mattini di Settembre,
quando il sole ti illuminava in viso.
Come posso adesso vivere pensando,
che non ti vedrò spuntare sulle scale,
che non saluterò quel dolce viso
che nei sogni tante volte ho rievocato.
Come posso non vedere più i tuoi occhi,
che dicevano in silenzio tante cose,
quei tuoi occhi che gioivano in segreto,
nascondendo quello spirito tuo inquieto.
II.
Chi ha amato, vive troppo di ricordi,
e confonde le apparenze con i sogni,
si ubriaca di parole e di illusioni,
rievocando intramontabili stagioni.
Sei partita troppo presto amore mio,
e non ti ho neppure detto addio,
sei fuggita come rondini d’autunno,
come un verso rimasto ormai incompiuto.
Come posso ricordarti a chi verrà,
che non ti ha veduto ridere e sognare,
che non ti ha osservato timido in silenzio,
e ora vive di illusioni senza tempo…
